E una mattina azzurra, accecante e senza vento quella in cui il giovane ingegnere minerario Martín Garret Ortiz, spagnolo ma da qualche mese assegnato a una miniera in Messico, sente un rumore di spari dalla sua stanza d’hotel ed esce per strada vinto dalla curiosita. Tanto basta perché s’infili in un destino ritenuto fin li inimmaginabile. In questo libro e raccontata la sua storia, che a partire da quell’8 maggio del 1911 s’incendia intrecciandosi fatalmente alla rivoluzione contadina guidata da Pancho Villa ed Emiliano Zapata, sullo sfondo di un paesaggio rurale riarso e nudo, a cui si contrappone il formicolio elettrico della capitale, metropoli sprezzante di lusso e miseria.